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Latte italiano, salvato il made in Italy!

Storico via libera dell’Unione Europea alla richiesta italiana di indicare l’origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero caseari. Lo ha annunciato la Coldiretti durante il forum tenuto a Cernobbio lo scorso ottobre.

Si appresta dunque ad entrare in vigore il decreto italiano sull’origine del latte, che riguarderà non solo le confezioni di latte ma anche i derivati: sarà pertanto modificato il contenuto delle nuove norme, in linea con il regolamento UE n. 1169/11, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Sono esclusi gli alimenti biologici,  DOP, IGP e STG, poiché questi prodotti possiedono già un regime di tracciabilità, informazione e certificazione.

Le nuove etichette dovranno contenere il Paese di mungitura e quello di condizionamento (o trasformazione) del latte: nel caso in cui le operazioni vengano realizzate in un unico territorio nazionale, si può impiegare la dicitura “origine del latte“, seguita dal nome del Paese; viceversa, nel caso in cui la raccolta e la lavorazione siano realizzate in più Paesi, si potranno usare le espressioni “miscela di latte di Paesi UE” (o “non UE“) o “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” (o “non UE“). Le notizie dovranno essere riportate in etichetta con caratteri “indelebili in modo da essere visibili e facilmente leggibili”. Le diciture  non dovranno essere “nascoste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni scritte o grafiche o da altri elementi suscettibili di interferire”.

L’entrata in vigore del decreto interministeriale è prevista 90 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che seguirà alla sua approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni, convocata con urgenza il 20 ottobre 2016. Successivamente si proseguirà con il vaglio delle competenti commissioni parlamentari: è stabilito un periodo transitorio per i prodotti “portati a stagionatura, immessi sul mercato o etichettati” prima dell’applicazione, i quali potranno venire commercializzati fino a esaurimento scorte e comunque non oltre i 180 giorni dalla vigenza del decreto.

Le verifiche saranno a cura dell’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, in collaborazione con Corpo forestale e Carabinieri del Mipaaf, e con il supporto delle Camere di commercio.

Applicare le nuove regole costituirà, in ogni caso, espressione di trasparenza nei confronti dei consumatori i quali, a loro volta, dovranno imparare a riconoscere i prodotti più autenticamente italiani.

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